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La macchina del tempo Copertina flessibile – 1 gennaio 2017
Opzioni di acquisto e componenti aggiuntivi
- Lunghezza stampa144 pagine
- LinguaItaliano
- Data di pubblicazione1 gennaio 2017
- Dimensioni14 x 0.91 x 21 cm
- ISBN-108842538221
- ISBN-13978-8842538226
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Dettagli prodotto
- Editore : Ugo Mursia Editore (1 gennaio 2017)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 144 pagine
- ISBN-10 : 8842538221
- ISBN-13 : 978-8842538226
- Peso articolo : 200 g
- Dimensioni : 14 x 0.91 x 21 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 439,445 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 10,607 in Fantascienza (Libri)
- n. 150,066 in Narrativa di genere (Libri)
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Il breve racconto parte con una riflessione sull'inventore, considerato eccentrico e visto con sottile reticenza dal suo piccolo pubblico di testimoni anonimi. Il suo comportamento troppo perspicace e bizzarro suscita un leggero sospetto e velata incredulità. In questa atmosfera buia, illuminata solo dalle fiamme del camino, il viaggiatore racconta la sua avventura nel futuro, da cui è appena tornato, scampando per un pelo dalla morte. Chiedendo di non essere interrotto, ci racconta una visione terrificante e decadente del mondo. La civiltà è scomparsa, e ne rimangono solo rovine di edifici imponenti, testimonianza di un passato di splendore perduto e non compreso dagli esseri umani che popolano quel tempo.
Gli umani si sono divisi in due gruppi distinti: gli Eloi, gentili, sorridenti ma totalmente stupidi e incapaci di pensare ed elaborare, e i Morlok, una specie di ibrido tra orchi e ragni umani che vivono solo nelle profonde oscurità, accecati dalla luce ma feroci e cacciatori degli Eloi, appena cala la notte più profonda. Wells dipinge un futuro pessimista per il genere umano e profetizza una decadenza derivata (secondo lui) dall'eccessivo benessere che ha portato col passare dei secoli a un progressivo istupidimento dell'umanità: [Con ogni probabilità per innumerevoli anni non vi era stato nessun pericolo di guerra o di violenza individuale, nessun pericolo da parte di bestie feroci, nessuna malattia invalidante che richiedesse una costituzione robusta, nessuna necessità di fatica].
Non si capisce come l'evoluzione abbia portato alla formazione di questi due discendenti così diversi, ma chiaramente derivanti dall'essere umano sapiens, ma Wells offre una spiegazione, che è anche un veicolo di critica alla sua società contemporanea: [Così, in superficie, avrete i Danarosi, che si dedicano al piacere, all'ozio e alla bellezza, e sottoterra gli Indigenti, i lavoratori che si adattano, senza posa, alle condizioni del loro lavoro.] La divisione di classe che si è cristallizzata nel corso dei secoli trasforma gli schiavi costretti a vivere nel sottosuolo in famelici mostri, e gli abitanti in superficie in oziosi animali da allevamento. [Questi Eloi erano soltanto una mandria di bestie da ingrasso, che i Morlock custodivano per cacciarne ogni tanto qualche esemplare... Chissà, magari provvedevano anche ad allevarli.].
Il libro può essere interpretato in diversi modi, come una visione pessimista di Wells sul genere umano. Personalmente, lo vedo come un monito a non smettere mai di imparare, mantenere la mente allenata e non cadere nell'ozio. È un potente grido d'allarme che ci invita a non oziare nel godimento dei piaceri, ma a mantenere la nostra attenzione focalizzata e la mente aguzzata. Un messaggio che è straordinariamente attuale oggi, in un'epoca in cui siamo costantemente distratti dalla ricerca di piaceri effimeri e dove la fatica e l'attenzione rischiano di scemare tra un flusso ininterrotto di notifiche social e lo scorrimento di canali TV, mentre giacciamo grassi e sonnacchiosi sul nostro comodo divano.
[La loro giornata era piacevole; piacevole quanto la giornata del bestiame al pascolo. Al pari del bestiame, non avevano nemici né bisogni da soddisfare. E anche la loro fine era la stessa.]
Un libro di fantascienza, secondo me profondamente positivista, che ci spinge a prepararci e cercare il cambiamento come fine ultimo per il nostro miglioramento, e ad evitare di lasciare che il nostro cervello si atrofizzi nell'ozio e in una vita mondana priva di significato. [Non c'è intelligenza laddove non c'è cambiamento né bisogno di cambiamento. L'intelligenza serve soltanto agli animali che devono affrontare una grande varietà di bisogni e pericoli.]
Un libro, quindi, estremamente attuale e da leggere ancora oggi. Scorrevole, veloce.
Ho scelto questa traduzione moderna e mi sono ritrovato pienamente soddisfatto.
Ma appena il protagonista scopre dell'esistenza dei Morlok, che al contrario vivono sottoterra e sono descritti come belve senza pietà o coscienza che divorano gli Eloi, la visione si fa più apocalittica e inquietante.
Wells ci parla di un futuro lontano, ma che può avverarsi. Tutto ciò sembrerebbe essere causato dall'avidità e il decadimento della specie umana.
La parte più interessante sono state appunto le riflessioni universali sull'umanità, i suoi vizi e i suoi peccati, sempre molto attuali, e le teorie scientifiche che iniziavano ad affacciarsi all'epoca, tra cui l'idea dei viaggi del tempo.
Interessante notare come Wells lasci intendere tramite le parole del suo protagonista che per lui lo sviluppo tecnologico non si è fermato con la sua epoca, anticipando, in qualche modo, la relatività, la crisi dei fondamenti scientifici che avverrà nel XX secolo.
Quindi, nel complesso, mi è piaciuto anche se pensavo mi sarebbe piaciuto di più.
Ci sono state alcune parti che non mi hanno tenuta incollata alle pagine, ma nel complesso lo reputo un libro validissimo.
Oltre al valore letterario e di anticipazione scientifica, l'opera analizza anche aspetti sociali, immaginando una società futura in cui la classe dirigente della sua epoca vivrà in uno stato di decadenza priva di qualsiasi acume intellettuale, e la classe produttiva stazionerà nel sottosuolo, pronta ad uscire in superficie quando l'oscurità calerà sulla terra per procurarsi il cibo che altro non sarà che i deboli corpi dei vecchi oppressori.
Molto belle le immagini del viaggio vero e proprio in cui lo scienziato vede a velocità elevatissima i cambiamenti che subirà il pianeta nel corso di millenni e milioni di anni.
Il linguaggio a tratti sembra non accuratissimo, forse per una traduzione non impeccabile, ma la lettura risulta comunque piacevole.
Dice il protagonista a pag. 26: "Non esiste differenza fra il Tempo e una qualsiasi delle altre tre dimensioni dello Spazio, eccettuato che siamo coscienti di procedere nel Tempo": mi ricorda molto il pensiero di Einstein.
P.s.: leggere di persone che parlano di macchine del tempo e fumano la pipa è impagabile.