La parabola del rivenditore d'auto e della riparazione illegale

Ho una storia da raccontarvi. Poco tempo fa ho comperato un'auto nuova, bella, di un colore strepitoso: quel verdino metallizzato che va tanto di moda adesso. E' quella più venduta in assoluto: non faccio nomi per non fare pubblicità. Ma poi ho avuto un problema...



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-05-2001]

Purtroppo qualche giorno fa, andando a fare un giro, ho scoperto che c'è un problema. Mi è successo arrampicandomi su per una salita, peraltro neppure troppo ripida: insomma, in condizioni tutto sommato normali. Improvvisamente il motore ha cominciato a sobbalzare e poi si è spento, lasciandomi a metà salita. Ho tirato prontamente il freno a mano e sono sceso, fra le imprecazioni mie e degli automobilisti che stavano in coda dietro di me. Non sapendo cosa fare, sono risalito in auto e ho riprovato ad accenderla: non si sa mai. Per fortuna la macchina è ripartita e sono riuscito a tornare a casa. Dannate macchine moderne.

L'indomani sono andato dal rivenditore autorizzato e gli ho spiegato l'accaduto, chiedendogli di sistemare il problema (tanto l'auto è nuova ed è quindi ancora in garanzia). Appena gli ho descritto il problema ha annuito con l'aria di chi sente la stessa magagna per la millesima volta. Mi ha spiegato subito la natura del guasto: un bulloncino che regge il sensore della marmitta catalitica è troppo debole e quando la macchina si inclina in salita, ma solo con pendenza a destra, il sensore va in tilt e l'auto si blocca. Riaccendendola quando è già in pendenza, va tutto bene.

"Bene, siamo a posto: sa dove mettere le mani. Quando gliela posso portare per la riparazione?" gli ho chiesto.

"Ma sta scherzando?" mi ha risposto. "E' illegale. Soltanto la casa produttrice può riparare la macchina."

L'ho guardato talmente sbigottito che si è subito affrettato a giustificarsi. "Sa, noi abbiamo le mani legate. E' la legge che lo impone: loro hanno fabbricato la macchina, soltanto loro sanno come funziona ed è reato modificarla, anche se è per farla funzionare meglio. Uè, non scherzo mica. Si va in galera per queste cose. Si legga il codice penale, se non mi crede."

Non ho molta pazienza con questi cavilli, per cui stavo già cominciando a infuriarmi. "Ma allora cosa devo fare?"

"Niente" ha risposto calmo il rivenditore. "Aspetti che la [nome di casa produttrice] le mandi il kit di riparazione. E' gratuito, non si preoccupi".

"Mi devo riparare _io_ la macchina? Ma se è in garanzia!!"

"Sì, ma sa com'è, io sono solo un rivenditore, i contratti li scrivono loro, che ci devo fare... e poi è una bella macchina, sa, è la più venduta..."

Stringendo i pugni gli ho chiesto di smettere di fare l'imbonitore e di dirmi una cosa semplice semplice. "Va bene. Ammettiamo che io mi debba aggiustare da solo la macchina. Ma il kit di riparazione quando mi arriva?".

"Bè, dipende". Cercando di non farsi notare, il rivenditore cominciava ad allontanarsi da me, probabilmente calcolando quale potesse essere la distanza di sicurezza rispetto a un mio cazzotto nei denti. "Non si aspetti una lettera a casa: è lei che deve sfogliare il sito Internet della casa produttrice e guardare quando viene segnalato il problema e preparato il kit di riparazione. Quando è pronto, se lo fa mandare e se lo monta sulla macchina. E' facile, non si preoccupi".

Dopo questa premessa semi-consolatoria, il rivenditore esitava non poco a proseguire. "Però, detto fra noi, non si faccia illusioni. A volte i kit di riparazione sono pronti in pochi giorni, ma per certe magagne non vengono mai preparati. Se la [casa produttrice] pensa che siano magagne di secondo piano, il kit non lo fa proprio per niente. Pensi che ho dei clienti che aspettano dal 1998." A questo punto stava chiaramente cercando con lo sguardo una via di fuga.

"Complimenti, ottimo servizio. Ma non si può fare niente?"

"Certamente. Quando esce la prossima versione del suo modello, che non avrà più quel problema tecnico, può comperarla con un bello sconto."

"No, non era questo che intendevo. Io ho bisogno una macchina funzionante _adesso_. Nessun altro fabbrica i kit di riparazione?"

Evidentemente stavo facendo domande lunari. "Ma nemmeno per idea. E' illegale! Sa, le macchine di adesso arrivano praticamente sigillate e se noi ci mettiamo le mani andiamo in galera. Nessuno può modificare le macchine, tranne la casa produttrice: è un reato penale. Anche fabbricare kit di riparazione è illegale, perché se fabbrichi un kit, vuol dire che sei andato a vedere come funziona l'auto e quindi hai violato il segreto industriale".

Qualcosa, però, non quadrava nella sua storia. "Ma scusi, ma se tutto è così illegale, lei come fa a sapere della storia del bullone?"

Abbassando lo sguardo e con tono a metà fra il complice e il compiaciuto, il rivenditore mi ha spiegato l'inghippo. "Sa, fra di noi certe cose si sanno... ma non lo dica in giro. E io non le ho detto niente, eh? Una volta un cliente è andato da un giornalista per lamentarsi della faccenda, e sa che l'hanno minacciato di querela? Il giornalista adesso l'hanno messo a fare gli oroscopi. Io ho famiglia, non mi rovini..."

Ormai si stava lasciando andare. "Pensi che c'è gente che ha scoperto come funzionano queste auto e sa come scassinarle in venti secondi. Pare che sia facilissimo... Però non può raccontare in giro come si fa, in modo che la gente si possa premunire. Se lo racconta, va in galera, perché anche questo è reato penale. Pensi che a me fanno firmare un accordo di segretezza: se spiffero più di quello che sto dicendo a lei, arriva la polizia con le manette".

Non ne potevo più. Gli ho chiesto gli estremi di queste leggi demenziali, e lui mi ha tirato fuori (stando sempre a distanza di sicurezza) delle fotocopie che tiene per i clienti come me. "Sa, se non faccio vedere la legge -- e guardi, questa è la Gazzetta Ufficiale -- i clienti non ci credono.

Infatti, leggi o non leggi, non potevo crederci. Ho chiesto indietro i miei soldi, dicendo che sarei andato immediatamente a comprare una macchina di un'altra marca (che non nomino sempre per non fare pubblicità).

"Eh, no" mi ha risposto il rivenditore "ormai la macchina l'ha usata, per cui non ha più diritto al rimborso. C'è scritto sul contratto, avrebbe dovuto leggerlo".

Sono tutto sommato una persona civile, per cui me ne sono andato sconsolato invece di dare ascolto ai miei istinti omicidi. L'ho maledetto, lui, la sua progenie fino alla settima generazione, e quella dei proprietari della casa automobilistica in questione, e sono andato a casa a riflettere e a sfogarmi scrivendo questo articolo.

Per caso ho parlato della faccendo con il mio vicino, che è un appassionato di auto. E' una brava persona, ma mi ha guardato con aria di compatimento. Poi mi ha portato a vedere la sua macchina. "Guarda" mi ha detto, sollevando il telone con la venerazione di chi scopre una statua, "Questa è la mia macchina. L'ho costruita da un kit. Bella, vero?"

A me, sinceramente, pareva un po' un rottame. A parte il colore verde bottiglia anni Settanta, non c'era il lettore CD multiplay Dolby Surround e mancavano il posacenere, gli inserti in radica e l'attacco per il vivavoce del telefonino. Anche i sedili e il volante erano parecchio patetici. Servosterzo e ABS, manco a parlarne. Ma da un kit autocostruito forse non dovevo aspettarmi di più.

Ho cambiato idea quando il mio vicino mi ha raccontato che le auto in kit di montaggio costano meno, sono molto più affidabili (non si piantano in salita con pendenza a destra) e sono liberamente modificabili (anzi, è permesso esplicitamente dalla legge). Non lo sapevo, ma c'è un'industria fiorente di kit di modifica e personalizzazione, e per tradizione quando qualcuno scopre un difetto in un componente ne pubblica le istruzioni di riparazione. Prima si pubblicavano le istruzioni sulle riviste di settore, ma adesso si fa tutto via Internet. Gli appassionati si aiutano a vicenda.

E questa, ovviamente, è la differenza fra il software proprietario (come Windows) e quello open source (come Linux). Ed è esattamente quello che succederebbe davvero, se le attuali leggi sul software valessero per le automobili.

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Paolo Attivissimo

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