I sistemi anticopia permettono la riproduzione sui lettori Cd normali, ma non la copia o il ripping sull'hard disk. I dettagli sul funzionamento della protezione.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 15-08-2001]
In sostanza, praticamente tutti i sistemi anticopia si basano sull'introduzione di errori intenzionali nei dati presenti sul CD, che mandano in tilt i lettori di CD-ROM dei personal computer ma non hanno effetto su un normale lettore di CD (quello dell'impianto stereo). E qui ci vuole una piccola spiegazione. Gli esperti mi perdoneranno le imprecisioni (spero).
Quando un qualsiasi lettore di CD (di un impianto stereo o di computer) legge un CD musicale, è in grado di correggere piccoli errori di lettura causati ad esempio da sporco, graffi, difetti di tracciamento del drive, difetti di produzione del disco e via dicendo. Se il lettore non riesce a leggere correttamente un tratto breve del CD, esegue un'interpolazione: semplificando, guarda com'era l'audio appena prima, guarda com'è subito dopo, e poi "crea" l'audio del tratto che non riesce a leggere. Grazie anche all'aiuto di codici di correzione registrati sul CD insieme alla musica, il lettore riesce a compensare questi piccoli difetti in modo così efficace che in genere non ce ne accorgiamo neppure (salvo quando il tratto difettoso è esageratamente lungo).
Detto fra noi, questo non avviene perché i lettori di CD per computer sono stupidi, ma per un'ottima ragione. Quando ascoltate un CD audio, se il lettore "si inventa" in modo impercettibile un piccolissimo tratto di una canzone, non fa alcun danno: non sarà del tutto fedele all'originale, ma è sempre meglio che ascoltare salti, graffi e ditate: chi si ricorda dei tempi dei dischi di vinile sa cosa intendo. Invece quando leggete un CD-ROM, cioè un CD contenente file (documenti, immagini, spreadsheet), il lettore non può decidere di "inventarsi" un tratto del file che non riesce a leggere: guai se lo facesse! Non gli è permesso, insomma, inventarsi zitto zitto le parole di un testo se non riesce a leggerle.
Ma torniamo al funzionamento del sistema anticopia.
Secondo le FAQ del newsgroup comp.publish.cdrom, il principio è questo: nella traccia audio del CD vengono inseriti intenzionalmente dei campioni (brevi tratti di audio) difettosi, contenenti rumore, che non c'entrano nulla con il brano. I dati di correzione d'errore intorno a questi tratti vengono inoltre alterati rispetto agli standard, per cui durante il ripping il lettore di CD-ROM non riesce a capire che deve ignorare (non copiare) quei tratti, mentre durante la normale riproduzione il lettore usa il proprio software di correzione per compensare i codici d'errore alterati e quindi riesce a eliminare i tratti di rumore.
Risultato: un brano di un CD protetto suona correttamente, ma la sua versione "rippata" è costellata di errori e rumori, al punto da renderla inascoltabile. Il CD si può suonare, ma non duplicare.
O almeno così pensano i discografici.
Infatti, come avviene sempre quando si tratta di sistemi anticopia, il popolo della Rete non ci ha messo molto a scoprire come aggirarli.
Una precisazione: non ho verificato nessuno dei metodi descritti sotto, e anche i siti degli esperti di settore stanno tirando a indovinare (usando il buonsenso e le loro competenze tecniche), per il semplice motivo che nessuno sa quali sono i CD protetti (a parte i due sopra indicati) e quindi non è possibile un controllo. Prendete quindi queste istruzioni con molta prudenza. E prima di pensare che vi sto istigando alla pirateria o a una forma di "esproprio proletario" da Terzo Millennio, leggete fino in fondo.
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