Quanti pinguini ci vogliono per spegnere dieci candeline? (terza parte)

I prossimi dieci anni di Linux: da sistema operativo a servizio.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-08-2001]

Leggi la seconda parte

Quello che propongo e spero di vedere, nei prossimi anni, è Linux come servizio, non come sistema operativo. Compro un computer, chiamo il tecnico e gli faccio installare Linux. Lui mi affida solo la password da utente, così posso lavorare ma non posso alterare il sistema operativo con una cliccata sbadata (così come adesso quando chiedo il Bancomat la banca mi affida il PIN ma non mi concede i codici di accesso per la manutenzione dei distributori di banconote).

Se ho un problema, chiamo il tecnico Linux e lui sistema le cose. Ci pensa lui ad aggiornare il software, tenere fuori i virus, fare i backup e via dicendo. Ed è tenuto a darmi una soluzione che funzioni, senza farmi perdere i dati, perché c'è un contratto che specifica tempi di riparazione e garantisce la continuità del servizio. Esattamente come avviene con il telefono.

In cambio di un canone, quindi, ho un computer che funziona e che mi permette di concentrarmi sul mio vero lavoro (o gioco) senza addannarmi con i problemi del suo funzionamento. Credo che una soluzione del genere abbia un mercato, e che il software più adatto per il compito sia Linux, non Windows. Per come è progettato, infatti, Linux ha una manutenzione molto più bassa e semplice rispetto a Windows; inoltre gli aggiornamenti sono gratuiti. Quindi i costi di un servizio di questo tipo sarebbero abbordabilissimi.

Alcuni penseranno che questo sia un approccio eretico: il personal computer è nato proprio per essere gestito dall'utente, per svincolarlo dalla grande macchina centralizzata in mano a chissà chi, mentre io propongo di tornare al controllo centrale. Indubbiamente ci sarebbero dei gravi problemi di privacy, dato che l'amministratore del vostro computer potrebbe leggerne tutto il contenuto. Ma del resto, un tecnico telefonico è perfettamente in grado di ascoltare ogni vostra conversazione, e nessuno si agita più di tanto in proposito.

Inoltre questa non sarebbe una soluzione obbligatoria: chi vuole smanettare potrebbe continuare a farlo, mentre chi ha altro da fare (e con questo non voglio denigrare il contributo enorme degli smanettoni) potrebbe pagare il canone e delegare lo smanettamento. Avremmo quindi il meglio di entrambi gli approcci. Questa, secondo me, è l'unica possibilità di rendere appetibile Linux a un pubblico di massa.

Se qualcuno decidesse di offrire questo servizio, io sarò il primo degli abbonati.

E per finire...

La rubrica "Era meglio tacere" è piaciuta, e sto ricevendo tante segnalazioni di "perle" di falsa saggezza dette in passato dai più grandi esperti di tecnologia. Vista la ricorrenza linuxiana, non posso fare a meno di segnalarne una dello stesso Linus Torvalds, padre di Linux:

"[Linux] probabilmente non supporterà mai altro che i dischi rigidi AT". Frase originale: "...it probably never will support anything other than AT-harddisks"
Data: 25 agosto 1991
Luogo: il newsgroup comp.os.minix, in occasione del primissimo annuncio di Torvalds del suo progetto di scrivere un sistema operativo simile a Unix
Fonte: gli archivi del newsgroup stesso.

A dimostrazione che anche i più geniali, giovani (Linus aveva ventuno anni all'epoca) e lungimiranti visionari a volte hanno la vista un po' appannata. Io eviterò queste figuracce con un espediente radicale: non sono giovane, non sono lungimirante, ma soprattutto sto ben attento a non passare per genio.

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Paolo Attivissimo

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