[ZEUS News - www.zeusnews.it - 28-09-2020]
Se spesso parliamo dei problemi di aggiornamento che si verificano con Windows 10 è perché il sistema operativo di Microsoft è il più diffuso ed essere informati per tempo su eventuali malfunzionamenti può aiutare gli utenti a evitare il peggio.
D'altra parte, Microsoft non ha certo l'esclusiva dei bug. Lo dimostra l'ultimo aggiornamento rilasciato da Google per ChromeOS, il sistema operativo montato sui Chromebook.
A partire dall'update 85.0.4183.108 gli utenti hanno iniziato a segnalare comportamenti anomali: app che spesso causano errori, dispositivi che diventano bollenti (con conseguente iperattività delle ventole), autonomia estremamente ridotta.
Una rapida indagine ha portato a scoprire che tutto ciò è dovuto a un utilizzo decisamente anormale del processore: il servizio com.android.vending:download_service arriva a occupare tra il 95% e il 100% della Cpu per molto tempo, dando così vita ai fenomeni che abbiamo appena descritto.
Tale servizio è fondamentale per ChromeOS, in quanto è adoperato per scaricare gli aggiornamenti dal Google Play Store; il bug fa però sì che tale processo occupi sempre il processore quasi completamente, anche quando non ci sono aggiornamenti di cui fare il download.
Non tutti i Chromebook sono interessati dal problema: sicuramente diversi utenti dei modelli Acer Chromebook, Asus Chromebook Flip e Galaxy Chromebook hanno rilevato il malfunzionamento, ma non è chiaro quanti siano i modelli coinvolti.
In alcuni casi uccidere il processo responsabile dell'utilizzo della Cpu del Chrome Task Manager aiuta a riportare la situazione alla normalità, ma non sempre questo sistema funziona.
Informata della questione, Google ha risposto per bocca di un proprio dipendente che la causa di tutto sta in un file che manca in ChromeOS.
Al momento in cui scriviamo il bug non è stato ancora assegnato a un tecnico di Google per la risoluzione ma, dato che gli sviluppatori ne sono a conoscenza, c'è da credere che un prossimo update lo risolva.
Nell'attesa, alcuni utenti sono riusciti a ottenere un funzionamento accettabile dal proprio Chromebook ripristinando una versione precedente del Play Store, disabilitando la trasmissione di dati in background via Wi-Fi e impedendo l'aggiornamento automatico.
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