Biblioteche digitali nel terzo millennio

Tra diffide e procedimenti giudiziari, Google apre nuovi mercati.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-02-2007]

Foto di Mateusz Żdanko

E' noto che l'Open Content Alliance (OCA), fondazione cui avevano aderito Internet Archive e Yahoo cui recentemente si era aggiunta MSN, si pone il fine di costituire un'imponente banca digitale di opere letterarie non soggette al diritto d'autore o comunque rese disponibili dagli aventi diritto.

A sua volta Google è titolare di un progetto simile, finanziato dalla famosa Università della California che conta un centinaio di biblioteche ripartite tra una decina di campus, con l'accordo che i contenuti così digitalizzati - si parla di diversi milioni di opere - saranno poi resi disponibili attraverso il motore di ricerca che ha già in catalogo biblioteche dell'Università del Michigan oltre alle prestigiose Oxford, Harvard e Stanford.

Altrettanto noto è che la possibilità di effettuare ricerche e scaricare estratti delle opere catalogate è costata diffide e procedimenti giudiziari a Google; ma forse è poco conosciuto che l'Università di California è anche partner dell'OCA.

Ovviamente i dettagli degli accordi commerciali sono tenuti segreti e le parti in causa si limitano ad asserire che non esisterebbero contraddizioni, anche perché enti pubblici e privati resterebbero ognuno in possesso di una copia degli archivi.

Ma si apprende che da una parte Google non si riserva esclusività e pretenderebbe di non concedere alle altre biblioteche l'accesso ai suoi archivi digitalizzati; sull'altro fronte, i propri archivi sono stati indicizzati dall'OCA proprio per metterli a disposizione di tutti i motori di ricerca.

Nel complesso, pare un inghippo tutto italiano, con i furbetti di turno che lucrano sui finanziamenti pubblici. Vuoi vedere che in California dopo il Chianti ci hanno clonato altre cose?

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti all'articolo (1)

{MaXX-}
ok ma.... chi tutela i consumatori? Leggi tutto
7-2-2007 12:22

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