Un altro sito è stato diffidato e chiamato a pagare i danni per aver osato pubblicare "La Rabbia e l'Orgoglio", l'articolo di Oriana Fallaci poi trasformato in libro. Una storia che ha dell'incredibile ma, purtroppo, è vera.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-04-2002]
Simonetta Zandiri è una giovane giornalista esperta di marketing on line ed è anche un'appassionata lettrice di Oriana Fallaci, autrice del discusso, e assolutamente discutibile, articolo a commento dei fatti dell'11 Settembre che, successivamente, è stato trasformato in un libro intitolato "La Rabbia e l'Orgoglio".
Il libro è stato un travolgente successo editoriale: la Rizzoli dichiara in una diffida legale di averne vendute 800.000 copie; è stato al centro del dibattito politico e culturale per settimane; decine di giornali ne hanno pubblicato larghi stralci ed è stato fotocopiato in migliaia e migliaia di copie ad uso di amici e scuole. A conferma dell'interesse riscosso dall'argomento trattato dalla Fallaci, il libro di Tiziano Terzani, "Lettere contro la guerra", che rappresenta una risposta di segno contrario e di impostazione pacifista, è in questi giorni in testa alle classifiche di vendita.
Che cosa c'entra Simonetta Zandiri con la Fallaci? C'entra, perché a Simonetta è piaciuto moltissimo quell'articolo: per questo lo ha pubblicato, in versione integrale, sul proprio sito, Strategie Digitali. E così Simonetta è diventata l'ennesima vittima di un'altra "guerra" per cui sarà ricordato il libro della Fallaci: la guerra legale contro tutti i siti Web che abbiano osato pubblicare quel suo scritto.
Le riflessioni che si possono fare a questo punto sono parecchie: in primo luogo, sembra che i responsabili della RCS siano davvero in preda a delirio di onnipotenza. Credono forse che, in un Paese dove si legge pochissimo, la Fallaci avrebbe potuto raggiungere certi picchi di vendita senza il tam-tam pubblicitario spontaneamente nato in Rete? Ai dottoroni della RCS non passa neanche per l'anticamera del cervello che molti lettori potrebbero avere acquistato il libro solo dopo averne letto recensioni e estratti su Internet?
E allora, se qualcuno deve pagare, non dovrebbero essere proprio loro, per tutta la pubblicità gratuita di cui hanno fruito?
E ancora, un articolo che alimenta il dibattito politico e culturale, che viene pubblicato su un quotidiano, è paragonabile ad un libro o a un brevetto? Le idee, anche quelle delle Fallaci, giuste o sbagliate che siano, servono per essere vendute, o per essere conosciute, discusse, commentate?
La risposta sembra essere, purtroppo, ovvia. Ma la Rizzoli-Corriere della Sera non è la stessa casa editrice che pubblica, con guadagni interessanti, anche la cosidetta free press, cioè i quotidiani gratuiti che vengono distributi nelle stazioni e per le strade? RCS pensa, allora, ad un giornalismo popolare banale e senza idee per le masse, distribuito gratis, ed un giornalismo colto rigorosamente a pagamento?
L'articolo della Fallaci non vorrebbe essere un inno alla libertà e alla democrazia dell'Occidente? E dunque la libertà e la democrazia sarebbero quelle della censura di ogni forma di libera circolazione delle idee, del dominio del profitto sul dibattito e sul confronto?
In questi giorni HDP Net, la Web Company del Gruppo Rizzoli, proprietaria del portale Concento e delle edizioni on line del gruppo editoriale, si fonde con un'altra grande Web Company italiana, il Gruppo Dada. Si, proprio "quel" Gruppo Dada che controlla Clarence. Ma allora, cosa farà la Rizzoli? Citerà in giudizio il suo nuovo Socio? Chiederà i danni a se stessa?
Staremo a vedere, potrebbe uscirne una storiella proprio divertente.
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