Le aziende americane devono rispettare le leggi europee. Bruxelles interviene sul caso PSN e sul tracciamento operato dall'iPhone.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 04-05-2011]
"Sette giorni sono davvero troppi": è netta la reprimenda che Viviane Reding, vicepresidente della Commissione Europea e Commissario Europeo alla Giustizia, fa a Sony per i recenti problemi del PlayStation Network.
Il Commissario Reding non se la prende con il sabotaggio in quanto tale, ma con il ritardo con cui Sony ha comunicato agli utenti la situazione, impedendo loro di agire prontamente per difendersi.
Sony si trova peraltro in buona compagnia: la Reding nel proprio intervento ha citato anche Apple e il recente caso delle informazioni sugli spostamenti degli utenti conservati nell'iPhone.
Sia Sony che Apple hanno già sostenuto di stare agendo in questo senso: la prima tenendo chiuso il PSN e il SOE per aumentare la sicurezza; la seconda correggendo il bug che impedisce la cancellazione dei dati più vecchi e affermando di non aver mai tracciato gli utenti.
Viviane Reding va oltre i singoli casi specifici e allarga il discorso, sostenendo che le aziende che agiscono in Europa, anche se hanno sede all'estero, devono conformarsi alla legge europea: "Un social network con più di 200 milioni di utenti nell'Unione Europea deve rispettare la legge dell'UE, anche se la sede è negli USA e i dati sono conservati nella cosiddetta cloud".
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