Facebook in ufficio? Si rischia la prigione

Chi usa Internet per fini personali durante il lavoro rischia l'accusa di peculato.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 04-05-2011]

Facebook peculato abuso d'ufficio bertinoro

Si può essere colpevoli di "assenteismo virtuale"? La vicenda di cinque dipendenti del Comune di Bertinoro, in provincia di Forlì-Cesena, sembra dimostrare che è possibile.

Essi sono infatti stati accusati di peculato e abuso d'ufficio e i computer del Comune da loro usati sono stati sequestrati perché i cinque utilizzavano Facebook durante l'orario di lavoro.

Le forze dell'ordine sarebbero arrivate ai cinque indagati seguendo un'altra pista, relativa all'accusa di peculato mossa a un altro dipendente, e ora starebbero setacciando i PC per ottenere le prove necessarie a provare l'accusa.

Utilizzare il PC del lavoro per motivi personali - Facebook compreso - configurerebbe un utilizzo illecito delle risorse messe a disposizione dal datore di lavoro che può sconfinare nel peculato secondo l'articolo 314 del Codice Penale: per questo gli accusati ora rischiano tra i tre e dieci anni di reclusione.

Per difendersi, i cinque potrebbero invocare le leggi a tutela della privacy (in particolare il divieto a raccogliere informazioni sulle opinioni degli impiegati) e l'affinità tra le proprie mansioni e l'utilizzo della Rete.

Leggi anche le considerazioni dell'avvocato Daniele Minotti sulla vicenda.

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 22)

io son più del parere di toto: il mansionario rispettato giustifica un po' di sano relax, che si tratti di un caffè e una sigaretta come della sgooglazzata momentanea. a che ci sono, esplico meglio il mio concetto di cazzeggio: faccio un esempio pratico. vado in posta: devo spedire una raccomandata e spedire due bollettini. mi fanno... Leggi tutto
11-5-2011 00:50

Non ho dubbi che sia la norma in molti ambienti lavorativi. Ma ciò non significa che sia il modo migliore di agire: un delitto non viene giustificato dal suo perpetrarsi. Senza contare che abbiamo anche buoni esempi. Adriano Olivetti, tanto per andare sempre sul trito e ritrito, ha tirato su un'azienda invidiabile sotto questo punto di... Leggi tutto
10-5-2011 12:17

In base alla mia esperienza lavorativa, che peraltro si avvicina molto ai trent'anni, francamente condivido assai poco le tue considerazioni. Mi spiego meglio. Qualche volto mi capita, ma non è la norma nel mio lavoro, che mi venga richiesto di terminare un dato lavoro entro una scadenza concordata, normalmente la richiesta è di... Leggi tutto
9-5-2011 19:34

Scusate entrambi, la mia indole di vergine precisino e meticoloso (o scassambrella, a seconda ...) viene fuori anche se tento di reprimerla. Non molto, in verità ... :-) Se posso permettermi, premettendo che - spero sia chiaro - non intendo offendere nessuno, secondo me, estremizzando, le due affermazioni di cui sopra non sono giuste... Leggi tutto
9-5-2011 15:22

Sul primo punto concordo in pieno, infatti anche tutte le aziende private in cui ho lavorato, molto semplicemente, filtrano gli accessi ed informano che il tal sito o il tal altro - FB è ovviamente tra questi - non sono accessibili dalla rete aziendale. Anche durante l'ora di pranzo, mentre non non ho mai trovato nessuno che filtri, ad... Leggi tutto
7-5-2011 15:05

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L'app che permette di noleggiare un'autovettura direttamente dallo smartphone è molto contestata dai tassisti.
Non è necessario introdurre nuove regole per l'app. I tassisti hanno torto, perché il mondo si evolve ma loro ragionano come se Internet non esistesse, difendendo ciecamente la loro casta (che ha goduto di fin troppi privilegi negli ultimi anni).
I tassisti dovranno adeguarsi e mandare giù il boccone amaro, anche se un minimo di regolamentazione per l'app è necessaria.
L'app non va vietata del tutto, ma va limitata in modo pesante così da poter salvaguardare le esigenze dei tassisti.
L'app va completamente vietata: i tassisti hanno ragione a protestare, perché Uber minaccia il loro lavoro e viola leggi e regolamenti.
Non saprei.

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