Diario di un invisibile. Stava per succedere qualcosa di terribile e oscuro.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 13-12-2011]
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Diario di un Invisibile
Mentre gli eroi della nostra storia si agitano spasmodicamente negli angusti e claustrofobici spazi del Labirinto e negli interni in cui si consumano le loro vicende da protagonisti, il mondo reale fatto di non protagonisti si disgregava in frammenti per una crisi la cui responsabilità, in misura maggiore o minore era di tutti; dove non era per pensieri od atti consapevoli e mirati, era per omissioni, per indifferenza, paura, pigrizia, piccoli interessi meschini.
Stava per succedere qualcosa di terribile e oscuro; qualcuno iniziando a prenderne coscienza iniziò spontaneamente ad organizzarsi per cercare di fermare la discesa nel vortice. E chi meglio di una voce narrante presa dal grande numero dei veri invisibili può riportarvene una cronaca? Noi che passiamo facilmente e con comodità nella cruna d'ago evangelica, noi candidati a quel Regno dei Cieli lottizzato da millenni da sacerdoti, sciamani, stregoni e persino parlamentari.
Noi che cadevamo spesso nella trappola della guerra fra pezzenti e ci sbranavamo per un osso spolpato da qualche inutile troppo visibile. Noi che a volte tiravamo rabbiosamente un sasso verso un innocente la cui unica colpa era di essere un idiota che sbagliava credendo che Legge e Giustizia coincidono.
Noi stupidi ed insignificanti... che piano piano ci rendevamo conto che l'unica cosa che veramente avevamo da perdere era l'oggi perchè il domani già l'avevamo perso da un pezzo. Prigionieri di catene che ci bloccavano la mente prima del corpo.
Esiste un Dio? Esiste il Fato? Non so. Ma se esiste sicuramente ha un grande senso dell'umorismo, specie quello assurdo, e muove i fili dei nostri destini con un meraviglioso gusto per il colpo di scena. L'organizzazione a cui appartenevano Marsi e De Moncler per decenni aveva tramato, inserito suoi adepti in posti chiave, preparato strategie, pianificato, programmato, corrotto, minacciato senza sapere che ogni suo atto era una palata di terra che veniva scavata per la sua stessa fossa.
[...]
"L'hai visto l'ultimo video del Messia?"
"Si. A primo acchitto sembra convincente ma c'è qualcosa che mi sfugge. Fammelo vedere un attimo al rallentatore. Sembra come... falso, sintetico."
Decine di migliaia di attenti osservatori iniziarono a fare reverse engineering dei video di Alberto o meglio del suo clone digitale, riappropiandosi di concetti, parole, modi e rielaborandoli sulle loro reali necessità. E trovarono la vera parte del messaggio che il nostro sfigatissimo protagonista, Messia suo malgrado, era riuscito a contrabbandare come un virus informatico nell'elaborato progetto di Marsi senza averne coscienza. L'articolo continua qui sotto.
[...]
Il Direttore Pizzolini era riuscito a confettare ogni genere di notizia ma stavolta stava nella merda forte.
Quello che succedeva era inconcepibile; un immenso "blob" si stava appropriando di tutti gli spazi possibili per ritirarsi immediatamente dopo occupando altri spazi aldilà di ogni previsione in modo assolutamente pacifico eppure invadente e in grado di interferire, senza bloccarle, nelle normali attività.
I provocatori violenti infiltrati (tanto cari all'Organizzazione per la manodopera gratuita e volontaria che prestavano) venivano isolati e resi identificabili in modo privo di equivoci e in massa si segnalavano tramite cellulare alle forze dell'ordine che non potevano così cadere in equivoci più o meno voluti, più o meno pilotati dagli interessi dei criminali occulti che davano gli ordini.
Le stesse segnalazioni venivano riprese in video in modo da testimoniare le omissioni di atti dovuti, costringendo chi le faceva a rivelarne l'origine gerarchica o a prendersene diretta responsabilità. E questa era solo una delle tante tattiche che venivano spontaneamente applicate. Insomma era un grande incruento casino d'immensa rilevanza sociale e quindi mediatica ma totalmente ingestibile con le tecniche di comunicazione che pure un vecchio mestierante come lui aveva.
Rassegnato fece cenno alla regia di mandare lo speaker per l'intro ai fatti. Era quell'idiota di Songino, scelto come conduttore per la sua fedele ottusità.
"Piazze e strade invase da manifestanti che operano secondo le tecniche del flash mob; non si hanno i numeri degli organizzatori ma le Questure parlano di centinaia di migliaia in tutto il territorio nazionale. Colleghiamoci con i nostro inviato Bartolomeo Mosca in piazza Mazzini a Roma. Bartolomeo ci sei?"
La regia commutò sulle immagini dalla piazza che inquadravano Mosca mentre stava prendendo a calci nei reni il solito innocuo rompicoglioni Paolini. Accorgendosi del collegamento in atto Mosca smise di malmenare il simpatico, fastidioso, imbecillotto e si ricompose.
"Sì, Songino, eccomi. Non sappiamo cosa sta succedendo ma cerchiamo di riportarvene la cronaca. Sembra una specie di pazzia collettiva che stia dilagando. All'inizio poche migliaia di persone erano scese in piazza in una specie di parata da circo, poi non sappiamo cos'è successo ma si è innescato un meccanismo di follia collettiva per cui la gente ha cominciato a scendere nelle strade così come era in quel momento facendo le cose più assurde e ridicole in una specie di gigantesco Carnevale..."
Mosca si dovette interrompere perchè un anziano gli sparò 120 decibel in un'orecchio con una trombetta da stadio. Le immagini divennero mosse, qualcuno stava calando i calzoni all'operatore video che con le mani impegnate dalla videocamera e preso dal suo dovere di zelante precario speranzoso in un contratto a tempo indeterminato, si trovò a culo di fuori e ciondoli all'aria. Gli operatori delle altre TV si affrettarono a riprendere la scena con tanta solerzia che non gli fece nemmeno rendere conto che dopo pochi secondi anche le loro chiappe erano esposte ai venti e le braghe calate gli impedivano di muovere un solo passo.
Fra le forze di polizia qualcuno iniziò a sghignazzare e lanciò via lo scudo come un frisbee che andò ad atterrare ai piedi dei suoi superiori; poi iniziò a togliere caschi e protezioni ai suoi commilitoni e insieme si gettarono nell'orgia allegra dei manifestanti. Dalle case scendeva gente con bombolette di panna e spray da barba spruzzando chiunque veniva a tiro e le vittime dello scherzo anzichè arrabbiarsi si divertivano ed entravano in gioco anche loro.
Era un'immensa pagliacciata dove chi mostrava di voler mantenere un contegno veniva preso e portato in trionfo da centinaia di braccia che lo sollevavano e solleticavano fino a portarlo ad un riso spasmosmodico. Le risate si alzavano sempre più forti fino ad assumere la forza delle bibliche trombe che abbatterono le mura di Gerico...
E fu proprio quello che successe. Il culmine fu quando nelle tante periferiche portatili che avevano i folli manifestanti iniziarono a girare le immagini di Alberto, Messia suo malgrado, che prendeva in faccia la porta della palestra durante una delle sue fughe.
A quel punto molti capirono da che parte stava Dio. E fu un meraviglioso, inarrestabile delirio totale.
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Fuori dal Labirinto e nelle strade
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