Il vertice Seat smentisce l'ipotesi di separare il settore elenchi telefonici (Pagine Bianche e Gialle) da Tin.it; Roberto Colaninno nega ogni interesse al riacquisto di Seat ma il titolo vola in Borsa. Ormai i giochi sembrano fatti.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 30-11-2002]
Oggi il titolo Seat vola nel cielo della Borsa italiana: il motivo è la smentita ufficiale da parte del vertice Seat circa l'imminente separazione dell'attività delle cosidette directories (gli elenchi telefonici Pagine Bianche e Gialle) dalle attività Internet gestite da Tin.it: il mercato non crede alle smentite di rito e perciò il titolo cresce in Borsa, nella speranza che la nuova società che si verrebbe a creare con la scissione di Seat sia oggetto di qualche lucrosa Opa.
La platea degli investitori non ci crede perchè neanche dieci giorni fa Telecom Italia aveva smentito ufficialmente la notizia della vendita di Immsi (il patrimonio immobiliare di Telecom Italia, uno dei maggiori in Italia) che poi è avvenuta con la cessione a Roberto Colaninno, ex maggiore azionista di Telecom Italia.
Oggi la smentita sembrerebbe più autorevole: Riccardo Perissich, Presidente di Seat e capo delle Relazioni Esterne di Pirelli-Telecom Italia, ha smentito questa ipotesi in una risposta alla lettera che gli ha scritto Guido Cammarano, Presidente della potente Assogestioni, che gli domandava conto di questa ipotesi sul quale il mercato vuole chiarezza, essendo la parte degli elenchi quella che produce redditività all'interno di Seat.
La verità è che, forse, la separazione di Seat in almeno due tronconi avverrà il prossimo anno: da una parte tutte le directories del Gruppo Telecom Italia, compresa la linea Info12-Info412 che occupa 2.800 addetti e che riceve centinaia di migliaia di chiamate ogni giorno, dall'altra le attività Internet che potrebbero rientrare in Telecom Italia (come si sta verificando per la società di servizi Asp Netesi).
Sarebbe bene che il Ministero delle Comunicazioni e l'Authority chiedessero lumi ai vertici di Telecom Italia e Seat e che, una volta tanto, il Ministro del Welfare Maroni e Cgil-Cisl-Uil mettessero le mani avanti rispetto a ristrutturazioni e tagli che potrebbero interessare il 50% della forza lavoro attuale del settore delle directory.
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