A Baghdad non ci sono solo i giornalisti dei grandi network ma anche uomini, cronisti e fotografi che, con mezzi di fortuna, documentano e raccontano gli orrori della guerra.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 03-04-2003]
Mentre i giornalisti dei grandi network diffondono i loro servizi via satellite, collegandosi dai grandi hotel dove risiedono e mostrando una Baghdad vista dall'alto, offuscata dal fumo e forse anche un po' sfocata, ci sono altri uomini, cronisti e fotografi che con mezzi più classici, dal registratore alla macchina fotografica, scendono per le strade, parlano con i civili assistono con trasporto agli orrori di una guerra che molti non volevano e che pochi sono riusciti ad avere.
È il giornalismo indipendente. Quello in cui bisogna fare attenzione alle note spese. Quello che porta tanti rischi e pochi onori. Quello che avrebbe tanto da dire, ma che non finisce mai sul telegiornale della sera. Quello dal volto umano che forse molti di noi preferirebbero vedere al posto di sterili grafici e cartine per strateghi da salotto.
Un giornalista indipendente, dal suo ufficio in Italia, armato di telefono e computer raccoglie, tra mille difficoltà, le loro testimonianze. Si firma Robdinz e solo da poco ha pubblicamente svelato il suo nome completo: Roberto Di Nunzio. Ha scelto il canale dell'Independent Media Center, più noto come Indymedia: forse il più famoso e più usato portale di informazione indipendente al mondo.
Ogni giorno grazie a Robdinz il lavoro e le esperienze di tutti i giornalisti indipendenti a Baghdad sono online. A questo indirizzo potrete accedere agli articoli di Robdinz in tempo reale.
Come Robdinz è ormai uso a terminare i propri articoli: "Che la notte sia leggera".
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