Memristor, fotonica, core specializzati e sistema open source: il computer di domani è diverso da tutto ciò che conosciamo.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 12-06-2014]
Si chiama semplicemente The Machine (La Macchina) l'ultima invenzione di HP, ma il suo obiettivo è decisamente ambizioso: cambiare completamente il concetto di computer.
Sono decenni che pensiamo ai computer sempre nello stesso modo - spiega HP - e sempre, nonostante le evoluzioni, partendo dalla medesima architettura; The Machine rompe questi schemi e adotta componenti diversi.
Il cuore è costituito, anziché da pochi core adatti a ogni tipo di elaborazione, da un cluster di core specializzati; essi comunicano tra loro non attraverso collegamenti in rame, ma sfruttando la fotonica, ossia comunica attraverso la luce: ciò consente una velocità di elaborazione sinora impensabile.
Anche la memoria è stata completamente rivista: The Machine usa i memristor, veloci come RAM ma in grado di conservare le informazioni indefinitamente, anche in assenza di alimentazione.
Adottare nuove modalità di collegamento e nuovo hardware significa anche poter sperimentare nuove forme, dato che le costrizioni dell'architettura attuale vengono a cadere: ecco il perché della forma "tridimensionale" che il prototipo in foto può sfoggiare.
The Machine è una macchina in grado di gestire 160 petabyte di dati in 250 nanosecondi ed è sei volte più veloce di qualsiasi server oggi esistente; eppure consuma l'80% in meno di energia.
Avere una tale potenza a disposizione - racconta ancora l'azienda - significa per esempio che un dottore può consultare un database che contiene i sintomi accusati da tutti gli abitanti della Terra e arrivare rapidamente a una diagnosi.
Tali possibilità richiederanno anche un nuovo sistema operativo: HP sta già lavorandoci, partendo da Linux, eliminando tutto ciò che non serve e aggiungendo ciò che manca. Il risultato, promette, sarà open source.
Primo frutto del lavoro sul software sarà una versione di Android, poiché The Machine sarà un'architettura scalabile che potrà essere adoperata non soltanto nei server, ma anche in quelli che attualmente sono i desktop, i tablet e gli smartphone.
L'unico ostacolo che si frappone tra noi e la Macchina è il tempo: le prime memorie adatte saranno disponibili soltanto l'anno prossimo, e i primi dispositivi basati sulla nuova architettura non potranno essere in vendita prima del 2018.
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