La piattaforma d'informazione giuridica open ha fatto emergere qualche problema di privacy.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 01-06-2015]
Juriswiki è un progetto di raccolta collaborativa dei provvedimenti giurisprudenziali nato dall'idea dell'avvocato Simone Aliprandi, esperto di diritto d'autore e diritto ICT, oltre che fondatore e responsabile del progetto Copyleft Italia.
Il sito mira a essere molto più di un database statico di raccolta: sfruttando il ruolo attivo degli utenti, l'obbiettivo è quello di creare una banca dati gratuita e accessibile a chiunque attraverso la rete in cui sono gli utenti stessi che si occupano di caricare, catalogare e commentare i vari provvedimenti.
Oggi le banche dati giuridiche gratuite sono poche, incomplete e molto spesso carenti in fatto di organizzazione sistematica.
Gli unici servizi soddisfacenti disponibili sono proposti da grossi editori a prezzi che spesso non sono alla portata di tutti. Per esempio è difficile che uno studente universitario abbia la possibilità di spendere cifre che arrivano sino ai mille euro per un abbonamento annuale così da avere accesso a materiale di informazione giuridica.
Online da aprile, Juriswiki ha subito fatto venire qualche dubbio a coloro che si occupano di privacy dopo che sono state caricate le sentenze disponibili sui siti di Corte di Cassazione, Corte Costituzionale e Corte dei Conti.
Il materiale è stato attinto dai rispettivi siti delle corti che negli ultimi anni hanno cominciato a pubblicare la maggior parte dei provvedimenti. Prima fra tutte la Corte Costituzionale che ha reso disponibili decisioni e massime ufficiali dal 1956 a oggi sotto licenza Creative Commons.
A seguito della messa online di JurisWiki, numerosi giuristi esperti di privacy e informazione giuridica hanno segnalato al fondatore Simone Aliprandi che sarebbe potuto sorgere qualche problema che lo avrebbe esposto a molti rischi e responsabilità, anche di tipo penale. Di fatto le sentenze pubblicate sul sito non sarebbero conformi alle regole in materia di privacy.
Vi starete chiedendo che genere di problemi si potrebbero presentare se le sentenze ripubblicate su JurisWiki erano in realtà già disponibili con licenza open sui siti delle rispettive corti. Anche Aliprandi se lo è chiesto, ma spinto dalla prudenza ha oscurato dal sito le circa 400.000 sentenze della Cassazione.
Il vero problema non sta nella pubblicazione stessa delle sentenze ma nel fatto che le sentenze presentano in chiaro dati sensibili di coloro che sono nominati nei vari provvedimenti e che non sono stati anonimizzati, dunque la pubblicazione della sentenza con l'omessa oscurazione dei dati violerebbe i dettami della legge sulla privacy.
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Una domanda sorge spontanea: per quale motivo le sentenze sono state oscurate su JurisWiki e non possono essere consultate liberamente, mentre sul sito della Cassazione sì?
Con un tempismo da manuale, la Cassazione ha iniziato a oscurare alcune delle sue stesse sentenze e si starebbe adoperando per cercare di risolvere il problema di anonimizzare i dati in questione.
Al momento se si fa una ricerca su Juriswiki tra le sentenze della Cassazione il messaggio che viene mostrato è questo: "La sentenza cercata è momentaneamente oscurata perché i dati personali presenti potrebbero non essere stati correttamente anonimizzati dalla fonte originaria. La sentenza è comunque disponibile sul sito della Cassazione."
La situazione lascia qualche perplessità: incerta è la sorte delle sentenze oscurate su Juriswiki.
L'unica certezza è che qualcosa si sta muovendo e di certo si è fatto un passo verso l'apertura dell'informazione giuridica a discapito dell'oligopolio dei grandi editori.
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