I talenti di Narayanan

I cervelloni dell'India non migrano più nel sistema produttivo occidentale, ma rimangono sempre di più nel proprio Paese.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 23-10-2003]

Sempre più rari i permessi d'ingresso temporaneo (gli "H1") che fino a pochi anni fa venivano generosamente distribuiti fra i giovani ingegneri elettronici asiatici che Microsoft, Adobe, Intel e compagnia bella adescavano nei paesi di provenienza già prima della laurea.

Photoshop, per esempio, una decina di anni fa (release 2.0) alla schermata iniziale mostrava i rispettabili nomi - tutti rigorosamente Wasp - dei signori Knoll, Guttman, Hamburg e Brown, autori del programma. Adesso che uso la 5.5 (io uso sempre versioni vecchie) i nomi dei programmatori nei credits sono già trentuno: fra cui una Akiko e un Yoko (giapponesi), un Georgiev (ucraino o russo), un Narayanan (indiano), una Kong (cinese) e altri "aliens" ancora. Che non e' detto abbiano preso tutti la cittadinanza americana: almeno per i primi anni, lavorano con contratti a tempo limitato (a volte anche molto ricchi), e visti d'ingresso limitati nel tempo: gli "H1" di cui dicevamo prima.

Per un Narayanan o una Kong che arrivano alla schermata iniziale di Photoshop ce ne sono decine di migliaia che restano nella fanteria dei softwaristi, ignoti al pubblico e tuttavia indispensabili al sistema.

Il vero cuore dell'economy e' esattamente qui; McDonald's e' molto piu' a valle. Globalizzazione significa, in questo caso, che le risorse intellettuali del pianeta vengono drenate a monte e convogliate verso alcuni punti specifici del sistema. Non e' detto che, in sé, sia sempre un male: può darsi che Narayanan, restando in India, avrebbe finito per lavorare a qualche software di guida dei missili nucleari.

E puo' darsi che avrebbe lavorato invece a qualche programma di cyberalfabetizzazione di massa sul posto, tipo il "Simputer" sviluppato proprio in India. Non lo sapremo mai. In questo caso specifico, i talenti di Narayanan sono stati impiegati in un prodotto "pacifico" e "utile" (un tool professionale per illustratori, non un Carmaggedon o che so io): ma anche questo e', sostanzialmente, casuale.

Per arrivare a questo esito, per inserire cioè nel cuore del sistema produttivo (civile e non solo militare) occidentale risorse umane provenienti da paesi come l'India, sono state necessarie diverse cose.

Un keynesianesimo che ha fatto da volano strategico delle risorse. Un rooseveltismo che ha fornito un quadro culturale su base planetaria e non grettamente nazionale. Un clintonianesimo (ma uso questa parola in termini molto ampi: comincia con Bob Dylan e Steve Jobs, e termina con Al Gore) che ha fornito il background ideologico ("rock più tecnologie") per interagire con le elite del Terzo Mondo.

Tutt'e tre queste cose sono più o meno arrivate al termine del loro ciclo, o ci stanno arrivando ora. La maggior parte dei programmatori indiani dei prossimi anni tenderanno a rimanere in India: l'America ha meno possibilità materiali di assorbirli, e soprattutto meno capacità culturali.

Vedremo cosa faranno restando a casa loro: dove, già oggi, l'India ha una delle massime concentrazioni di programmatori elettronici esistenti al mondo. Altro che scontro di civiltà: qua si decide chi arriva a inventare prima le altre venticinque lettere dell'alfabeto.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita. Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui sotto, inserire un commento (anche anonimo) o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti all'articolo (0)


La liberta' di parola e' un diritto inviolabile, ma nei forum di Zeus News vige un regolamento che impone delle restrizioni e che l'utente e' tenuto a rispettare. I moderatori si riservano il diritto di cancellare o modificare i commenti inseriti dagli utenti, senza dover fornire giustificazione alcuna. Gli utenti non registrati al forum inoltre sono sottoposti a moderazione preventiva. La responsabilita' dei commenti ricade esclusivamente sui rispettivi autori. I principali consigli: rimani sempre in argomento; evita commenti offensivi, volgari, violenti o che inneggiano all'illegalita'; non inserire dati personali, link inutili o spam in generale.
E' VIETATA la riproduzione dei testi e delle immagini senza l'espressa autorizzazione scritta di Zeus News. Tutti i marchi e i marchi registrati citati sono di proprietà delle rispettive società. Informativa sulla privacy. I tuoi suggerimenti sono di vitale importanza per Zeus News. Contatta la redazione e contribuisci anche tu a migliorare il sito: pubblicheremo sui forum le lettere piu' interessanti.
Sondaggio
Fidanzati sospettosi o inguaribili diffidenti, qual è la vostra arma preferita tra quelle che Facebook mette a disposizione di voi gelosoni per controllare il vostro partner?
I cuoricini in bacheca: un segno per far sentire sempre e dovunque la propria presenza, nonché un espediente per marcare il territorio del partner.
L'applicazione "Chi ti segue di più?": bisogna convincere il partner a usare questa applicazione (apparentemente innocua) per scovare eventuali vittime da annotare sulla propria black list.
Facebook Places: permette di taggare compulsivamente il partner e rendere noto al mondo intero il fatto che lei e il suo lui si trovano sempre insieme.
L'auto tag nelle foto: indispensabile strumento per essere certi di ricevere notifiche qualora un'altra persona osasse commentare o piazzare "Mi piace" alle foto del/della partner.
I commenti minatori: il simpatico approccio ossessivo-compulsivo verso chi tagga il partner o ne invade la bacheca. Di solito consiste in un discreto: "Che bello il MIO amore!"
Il profilo Facebook in comune: un unico profilo scoraggia anche il più audace dei rivali dal tentare un approccio.
La password nota al partner: Della serie: "Amore, se non mi nascondi niente allora posso avere la tua password?". Nessun messaggio di posta, commento o notifica è al sicuro.
Il tasto "Rimuovi dagli amici": una volta in possesso della password del partner, qualsiasi rivale dalla foto profilo provocante o la cui identità è sconosciuta verrà subito rimosso dagli amici.
La trappola: spacciandosi per il partner (password nota), si inizia a contattare i presunti rivali e testare le loro intenzioni con domande e allusioni per far cadere in trappola anche i più astuti.
Il Mi piace minatorio: post, foto, tag, nuove amicizie sono regolarmente marchiati da un Mi piace del partner. Dietro una parvenza di apprezzamento, dimostrano quanto in realtà NON piaccia l'elemento.

Mostra i risultati (423 voti)
Maggio 2024
Chatbot, fallimenti a ripetizione
Imparare l'hacking
Il passaporto elettronico si farà alle Poste, anche nei comuni più grandi
Google infila la IA dappertutto
Il reddito universale di base secondo OpenAI
Windows 11 24H2 cripta tutti i drive all'insaputa dell'utente
L'app per snellire Windows 11 rimuove anche la pubblicità
Netflix, utenti obbligati a passare agli abbonamenti più costosi
Aprile 2024
La fine del mondo, di silicio
Enel nel mirino dell'Antitrust per le bollette esagerate
TIM, altre ''rimodulazioni'' in arrivo
L'algoritmo di ricarica che raddoppia la vita utile delle batterie
Hype e Banca Sella, disservizi a profusione
Falla nei NAS D-Link, ma la patch non arriverà mai
La navigazione in incognito non è in incognito
Tutti gli Arretrati
Accadde oggi - 1 giugno


web metrics