Già infettati 12 milioni di utenti. Come sta cambiando il panorama.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 24-01-2017]
«Gli utenti devono rendersi conto che non possono più ritenersi al sicuro se installano soltanto app con un'alta reputazione e che provengono da app store ufficiali, e questa è la loro sola difesa»: così i ricercatori di Check Point spiegano come sta cambiando il panorama del malware per smartphone.
All'origine di una dichiarazione tanto drastica c'è la recente diffusione di HummingWhale, successore di HummingBad: quest'ultimo era un malware che, lo scorso anno, è stato scaricato oltre 10 milioni di volta, nascosto all'interno di app dall'aspetto innocuo.
Prima di venir sconfitto, HummingBad ha permesso ai suoi creatori di racimolare oltre 300.000 dollari al mese mostrando agli utenti pubblicità ingannevoli e ottenendo i privilegi di root sugli smartphone infetti.
HummingWhale è già stato scaricato da un numero elevato di utenti, che i ricercatori di Check Point stimano tra i 2 e i 12 milioni, e si comporta in modo un po' diverso dal predecessore.
Lo scopo è sempre mostrare pubblicità ingannevoli, ma ora vengono impiegate tecniche sofisticate che comportano l'uso di macchine virtuali per riuscire a sfuggire alle individuazioni.
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«Questo malware» - spiegano ancora i ricercatori - «utilizza diverse tattiche per tenere nascoste le proprie attività. Ciò significa che gli utenti potrebbe essere inconsapevoli della sua presenza sul dispositivo».
Allo stato attuale, il malware s'è già intrufolato in una ventina di app presenti su Google Play, ma gli esperti di sicurezza si aspettano che questo numero cresca ancora.
Chi volesse verificare che il proprio dispositivo non sia infetto può utilizzare il software messo a disposizione da Check Point o quello prodotto da Lookout: entrambi sono in grado di individuare e rimuovere HummingWhale.
Nel frattempo, Google ha provveduto a rimuovere le app segnalate come infette. Ma, come spiegavano i ricercatori all'inizio, la prudenza non è mai troppa.
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