[ZEUS News - www.zeusnews.it - 23-05-2018]
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Zuckerberg davanti all'Europarlamento, la diretta in streaming
Ha lasciato sostanzialmente insoddisfatti l'attesa audizione di Mark Zuckerberg a Bruxelles, davanti ai rappresentati di diversi gruppi politici dell'Unione Europea.
Il fondatore di Facebook s'è scusato per gli errori commessi dalla piattaforma, a partire dalla questione di Cambridge Analytica per arrivare sino all'accusa di un possibile utilizzo del social network per interferire nelle elezioni (con particolare riferimento a quelle americane del 2016).
Aiutato anche dal modo in cui la testimonianza s'è svolta - praticamente tutte le domande sono state poste all'inizio, e poi sono seguite le risposte - Zuckerberg ha cercato di evitare di rispondere alle più controverse, restando fedele alla propria scaletta.
È anche per questo che Antonio Tajani, presidente dell'europarlamento, ha poi dichiarato che le scuse ricevute non sono sufficienti: si aspetta che le rassicurazioni fornite durante l'audizione si tramutino in interventi concreti sul funzionamento di Facebook.
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In particolare, come ci si poteva aspettare, molte questioni hanno riguardato il nuovo regolamento europeo sulla privacy (il GDPR) che entrerà in vigore il prossimo 25 maggio e al quale Zuckerberg ha assicurato la perfetta conformità della sua creatura.
Alcuni hanno chiesto se si possa garantire che un altro scandalo come quello di Cambridge Analytica non si ripeta, o se Facebook varerà mai un modello di business in cui si permetta agli utenti di rifiutare in blocco la pubblicità (come peraltro ventilato da Zuckerberg stesso non molto tempo fa, quando parlò di una possibile versione a pagamento).
Non sono mancate le domande sulle fake news e sui fake accounts: i politici europei hanno voluto sapere come Facebook abbia intenzione di ridurre il numero delle une e degli altri.
Pur non rispondendo singolarmente a ogni domanda, Zuckerberg ha confermato che la sua azienda sta assumendo migliaia di moderatori che aiutino a contrastare il fenomeno delle notizie false, e che costoro lavoreranno di concerto con nuovi algoritmi di intelligenza artificiale sviluppati allo stesso scopo: «il nostro obiettivo è far sì che l'IA possa valutare proattivamente un numero maggiore di contenuti non appena questi vengono introdotti nel sistema» ha dichiarato, pur ammettendo che «non raggiungeremo mai la perfezione».
Un altro argomento importante toccato dalle domande è stato quello dei «profili ombra», ossia le informazioni raccolte da Facebook sulle persone che non sono iscritte al social network tramite i plugin inseriti nei siti. Zuckerberg ha inizialmente cercato di evitare la domanda, ma alla fine ha sostanzialmente ammesso la loro esistenza, sostenendo che servono per prevenire gli abusi.
In tutto ciò non c'è stato nulla di veramente nuovo, né da una parte né dall'altra: Mark Zuckerberg ha continuato a ribadire la propria posizione - dispiacere per gli errori del passato, impegno per evitarli in futuro - mentre i politici europei hanno continuato a mostrare come Facebook in fondo faccia loro paura, accusandolo di essere la vera causa delle opinioni a loro non gradite di parte dei cittadini della UE e pertanto di interferire con i processi democratici.
Ciò è diventato particolarmente evidente quando Guy Verhofstadt, del Partito dell'Alleanza dei Liberali e Democratici per l'Europa, ha cercato di terrorizzare Zuckerberg chiedendoli come voglia essere ricordato. Se «come uno dei tre giganti di Internet, con Steve Jobs e Bill Gates, i quali hanno arricchito il mondo e la società, o invece come il genio che ha creato un mostro digitale che distruggerà la democrazia e la società».
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