Clamoroso hacking alla rete interna di Microsoft, che con grande probabilità ha permesso per tre mesi l'accesso al codice sorgente di Windows e Office.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 28-10-2000]
L'inevitabile è accaduto: la rete interna di Microsoft è stata bucata e per tre mesi un gruppo di hacker, probabilmente russi, ha avuto accesso ad un gran numero di informazioni riservate tra cui spiccano macroscopicamente i codici sorgente di Windows Me, Windows Whistler e Office 10.
La penetrazione ha avuto luogo grazie al Trojan QAZ, un programma "testa di ponte" che ha permesso l'entrata nei sistemi interni di Microsoft. Il virus è stato spedito ad un dipendete della casa di Redmond, che dopo averlo installato (coscientemente o meno) ha messo in moto una catena inarrestabile. Il virus si è infatti duplicato su una serie di altri computer interni, con lo scopo di carpire gli username e password dei dipendenti ed inviarli ad una casella postale di San Pietroburgo, in Russia.
Le aree protette dei server Microsoft sono quindi diventate facili territori di caccia, cui gli hacker hanno avuto accesso per tre mesi durante i quali la softwarehouse di Redmond ha terminato lo sviluppo e immesso sul mercato di Windows Me e ha incominciato la realizzazione di Windows Whistler e Office 10. Ballmer, gran capo Microsoft, dopo aver ammesso l'hacking del sistemi ha comunque negato che i codici sorgenti dei programmi citati siano stati visualizzati e/o modificati, anche se pare essersi trattato più che altro di un palese tentativo di rassicurare la clientela sparsa ai quattro angoli del globo che non un fatto reale. Che è più o meno quello che tutti siamo portati a fare, dopo essere stati miseramente abbindolati da qualche malfattore.
Nel frattempo si fanno le prime ipotesi su quello che gli hacker potrebbero fare o aver già fatto con il codice sorgente dei programmi copiati. Il principale timore è che l'attuale codice di Windows Me sia stato manomesso, magari introducendo backdoor (porte di entrata nascoste) o altre pericolose funzioni sconosciute.
Il secondo timore giunge dal fatto che gli hacker potrebbero rendere pubblico il codice sorgente stesso in nome del movimento free software Open Source. Questa ipotesi potrebbe causare a Microsoft un danno economico e di immagine enorme: le politiche della casa di Redmond sono sempre state infatti assolutamente contrarie alla diffusione del codice sorgente dei propri prodotti, figuriamoci poi di quello dei pilastri portanti Windows e Office.
Il terzo timore, assai inquietante, è che gli hacker potrebbero rivendere questi codici sorgenti agli avversari di Microsoft, per permettere loro di "copiare" le migliori soluzioni della più famosa softwarehouse del pianeta. Che si tratti di un colossale caso di spionaggio industriale?
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