Jacina - quarta parte
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 02-03-2002]
Oggi ho incontrato Jacina, o almeno così mi hanno detto. Pur essendo preparato, ho avuto un flash, credo che il cuore mi si sia fermato per un momento. Poi più niente, soltanto una sensazione di estraneità e il desiderio di andarmene in fretta. Non è così che mi aspettavo sarebbe andata.
Del resto, anche quando mi hanno rivelato la verità sono rimasto sorpreso delle mie reazioni. Per un attimo mi si è annebbiata la vista e le orecchie si sono messe a ronzare. Ma poi tra tutte le emozioni è emersa la più inattesa: il sollievo. Sollievo perché avevo temuto fin dall'inizio che fosse tutto un inganno, e averne la certezza era comunque meglio che permettere che Jacina sparisse lasciandomi eternamente nel dubbio. Sollievo perché, dopo tre mesi di notti passate ad attendere che la sua icona comparisse sulla console, di e-mail gigantesche alle quali lei rispondeva con poche stringatissime righe, di scuse assurde con cui lei giustificava le sue sempre più frequenti assenze dalla Rete, mi ero ridotto all'ombra di me stesso, e arrivare a questo punto per una donna che non avevo neppure mai incontrato, e che forse nemmeno esisteva, era davvero intollerabile.
Se avessi voluto, avrei potuto scoprire la verità molto prima. È bastato che, spinto dalla disperazione, facessi qualche semplice verifica sulle storie che mi raccontava, per constatare che i dati che mi aveva dato erano falsi. Il colpo di grazia l'ho avuto quando ho mi sono confidato con un altro utente, e lui mi ha rivelato che le foto intime e segrete che Jacina mi aveva donato facevano bella mostra di sé in diversi siti pornografici. Jacina non era mai esistita, e nulla di ciò che sapevo di lei era vero. Nemmeno il sesso, visto che, a detta di tutti, il colpevole più probabile era un utente assiduo della chatline noto per quel genere di scherzi.
Per qualche motivo, non riuscivo a provare odio per la persona che mi aveva ingannato. Per quanto la ferita mi bruciasse, quell'uomo era pur sempre colui che aveva generato Jacina. In qualche modo doveva possedere le stesse qualità che aveva trasmesso a lei, o non sarebbe riuscito a ingannarmi per tanto tempo, a conquistare la mia amicizia. Era la persona cui avevo affidato, lo volessi o no, le mie fantasie più intime e segrete. E anche lui doveva apprezzarmi in qualche modo, altrimenti perché darsi tanta pena?
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Ero convinto che parlargli sarebbe stato come parlare a un vecchio amico, che avremmo discusso pacatamente e alla fine lui mi avrebbe chiesto scusa per il torto che mi aveva fatto, e saremmo forse persino rimasti in buoni rapporti. Ma quando mi hanno indicato quell'uomo laido e sgraziato che sghignazzava seduto a un tavolo, sgranocchiando pizza a una tavolata di frequentatori della chatline, ogni desiderio di parlargli è svanito immediatamente. Ho balbettato una scusa alla persona che mi aveva condotto lì e sono scappato via. Se davvero Jacina era uscita dalla mente di quell'uomo, preferivo non sapere altro.
Questo racconto CONTINUA >>>
1 - Jacina - prima parte
2 - Jacina - seconda parte
3 - Jacina - terza parte
4 - Jacina - quarta parte
5 - Jacina - quinta parte
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